Mano a mano che la tecnologia progredisce infatti, alcune teorie che una volta sembravano praticamente fantascientifiche, si sono realizzate diventando ormai mainstream.
Dopo tutto, secondo l’autore Michio Kaku, “… ogni Natale, i vostri nuovi giochi per computer sono circa due volte più potenti di quelli dell’anno precedente. Inoltre, col passare degli anni, la portata di questo miglioramento diviene monumentale… Oggi, il vostro cellulare ha più potere di computazione che tutta la NASA nel 1969, quando mandò due astronauti sulla Luna”.
In altre parole, chiunque possieda uno smartphone ha in tasca un computer più potente di qualsiasi cosa i più avanzati centri di ricerca ed agenzie scientifiche potessero perfino sognare – qualcosa che sarebbe potuto suonare fantascientifico perfino alla NASA negli anni ’60.
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Con questa premessa, analizziamo ora le tre tendenze che potrebbero cambiare il mondo del fleet management nel futuro vicino e lontano.
- Realtà La realtà aumentata, ovvero una visione del mondo reale potenziata da input sensoriali (tipo video) generati da computer, potrebbe presto entrare nella nostra quotidianità. ABI Research sostiene che la tecnologia dietro la Realtà Aumentata “ridefinirà l’esperienza di guida” dei veicoli fornendo agli autisti informazioni utili, come la segnalazione di ostacoli sulla rotta, contribuendo a mettere in sicurezza le nostre strade. Si parla anche di utilizzare il cruscotto come un vero e proprio schermo sia per evidenziare ostacoli che per fornire alert in tempo reale sulla situazione del traffico. Anche il tachimetro potrebbe spostarsi in quest’area, evitando così che chi è alla guida debba abbassare lo sguardo per vedere a che velocità sta andando, e servirsi inoltre di codici di colore per indicare se l’autista si trovi in una zona verde, gialla o rossa aiutandolo a capire quando rallentare.
- Veicoli autonomi. Automobili o camion che si guidano da soli potrebbero non essere così Del resto già il 6 aprile 2016 sei case automobilistiche hanno messo i propri veicoli pesanti in viaggio verso Rotterdam partendo da altrettante città d’Europa: sei convogli, composti dai due ai tre veicoli connessi fra loro in modalità di guida semi autonoma, hanno percorso centinaia di chilometri su strade pubbliche attraversando diversi confini (Fonte: Un ritratto in cifre. 100 numeri per capire l’autotrasporto, Deborah Apolloni, Federservice Soc. Coop., 2017). In questo scenario il ruolo dell’autista evolve non dovendosi più focalizzare sulla guida, diventando invece un passeggero che può preparare e aggiornare le bolle di consegna, inviare fatture, ecc. I servizi di telematica possono collaborare con i veicoli autonomi per aiutarli a percorrere le strade migliori, avvisarli di eventuali ostacoli o rallentamenti e all’occorrenza riprogrammare i percorsi. Ovviamente siamo ancora lontani da questa eventualità anche perché al momento si sta lavorando per perfezionare i veicoli semi autonomi e perché le barriere normative sono più potenti di quelle tecnologiche.
- Veicoli connessi. Secondo un articolo del Financial Times, tra cinque o sette anni, i servizi di telematica diverranno parte integrante di tutte le flotte di veicoli. Sempre più aziende realizzeranno infatti i benefici della telematica una volta compresa la montagna di dati proveniente da quel tipo di interconnettività. Questo aspetto è parte di un trend più ampio – i veicoli connessi. Tra non molto tempo potremmo vedere veicoli comunicare tra loro, cambiando il flusso del traffico come lo conosciamo oggi, oppure potrebbero addirittura contattare direttamente i servizi di manutenzione non appena necessario o, quando il livello carburante è troppo basso, guidare fino alla stazione carburante più vicina e con i prezzi migliori.